Ci siamo spesso soffermati sul rapporto assai stretto tra l'identità turistica di Ischia e la sua storia religiosa. Basti pensare al seguito delle principali feste patronali dell'isola, oppure alla Festa a mare agli Scogli di Sant'Anna in cui è il movente religioso, la processione via mare delle partorienti, ad aver dato il là alla sfilata delle barche che caratterizza la serata del 26 luglio.
Dunque da una consuetudine benaugurale dei pescatori di Ischia si è passati a qualcosa di completamente diverso che ogni anno richiama migliaia di turisti e residenti desiderosi di assistere allo spettacolo delle barche allegoriche nello specchio acqueo della baia di Cartaromana.
Tuttavia la dimensione religiosa dell'evento non è affatto scomparsa. Anzi, conserva un suo spazio importante che precede la festa vera e propria. Uno spazio che vive di due momenti: uno, l'abbiamo ricordato prima, è la processione delle barche verso la cappella di Sant'Anna; l'altro, ancora più partecipato, è la messa officiata dal Vescovo all'esterno di questa cappella con vista privilegiata sul Castello aragonese.
Ed è proprio lo scenario d'incanto che offre la chiesina di Sant'Anna il motivo che ci ha spinto ad assistere alla funzione religiosa. Si tratta di attimi, momenti, semplici frame per dirla all'inglese, che però hanno il potere di restituire un'immagine più intima dell'isola d'Ischia, lontana dalle luci, i rumori e la calca tipiche dell'alta stagione. Compresa la folla che si assiepa sugli scogli del pontile aragonese per assistere alla sfilata delle barche.
Insomma, guai ad appiattire la Festa di Sant'Anna solo sulla serata-evento del 26 luglio. Quello è il momento clou, preceduto però da altri, come appunto la messa, in grado di vivificare un'immagine meno stereotipata, e perciò più autentica, dell'isola più grande e bella del Golfo di Napoli.
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