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Chiesa dell'Annunziata

La chiesa del borgo di Campagnano con fedeli da New York fino alla California.

"Vi è un’altra chiesa rurale detta dell’Annunciata posta nel fondo del villaggio, è fornita di 5 altari di marmo.
Il solo oggetto di qualche pregio d’arte è un quadro di S. Teresa.
Questa chiesa fu edificata nel 1602 a spese dei contadini del Villaggio, i quali ne sostengono la manutenzione.
Quivi i vecchi contadini, le graziose forosette, e le brune villanelle nell’ora del tramonto dei dì festivi, vanno a raccogliersi e salutare la Nostra Signora con armoniose cantilene.
Quivi la pace dello spirito, ed il disprezzo degli umani fasti, si mescolano in quelle poste di rosario che va cantato in coro fra quei rustici abitanti del villaggio.
Quivi nelle sere dei sabbati di Primavera, le giovinette del villaggio accorrono ad offrire alla Madonna i loro mazzolini di viole selvagge e gelsomini campestri, mescolati alle ciocche di bionde fiorite ginestre; purissimi fiori non profanati dall’alito del cortigiano, e dal sospiro dell’adulatrice, raccolti su i poggi incantati, sulle amene colline, e su i margini dei prati di quelle campagne.
"

Con queste parole, Giuseppe D’Ascia, autore della monumentale "Storia dell’isola d’Ischia" descriveva nel 1864 la Chiesa dell’Annunziata di Campagnano, nel comune di Ischia. Una chiesa senza grandi pregi artistici, e però centrale per la comunità di "Vicus Campagnani", il fondo agricolo delle famiglie benestanti di Ischia Ponte, l’antico "borgo di Celsa".

Qui abitavano le famiglie di coloni che coltivavano i campi
e qui, centocinquanta anni dopo, abitano ancora i discendenti di quei "vecchi contadini" e "brune villanelle" che si riunivano sul far della sera per recitare il rosario nella "pace dello spirito" e nel "disprezzo degli umani fasti", riprendendo le parole del D’Ascia.


Gli hotel, le luci, la movida, lo struscio sono a valle, tutto attorno il
porto di Ischia. A Campagnano sono le tradizioni e la valorizzazione dell’identità locale il motore "turistico" della comunità. Compresa, ovviamente, la Chiesa dell’Annunziata con la bella facciata maiolicata e i due campanili, uno dei quali termina con una cupoletta a pera, tema architettonico assai frequente nelle chiese di Ischia. Degni di nota anche il portale d’ingresso e l’interno a croce latina con il transetto illuminato dalle caratteristiche finestre trilobate.

Da ricordare è però soprattutto la devozione di chi agli inizi del ‘900 ha dovuto andar via
alla ricerca di migliori condizioni di vita che Campagnano - l’isola d’ischia tutta - a quel tempo non era in grado di garantire a molta parte della sua popolazione. Una lapide del 1926 sottolinea questo forte affetto per la chiesa e il paese natìo con parole che meritano di essere riportate per intero:

"La fede e l’amore dei devoti di New York Brooklyn Princeton e California alla VERGINE ANNUNZIATA gloriosa patrona del paesello natìo dolce visione nella terra lontana questo pavimento di marmo hanno offerto solenne attestato d’imperituro affetto.
Agosto 1926
"

Del resto, a quasi un secolo di distanza, dopo due guerre mondiali, il boom turistico e moltissimi altri episodi importanti e meno importanti, il paesaggio di Campagnano, con lo sfondo della Chiesa dell’Annunziata, evoca ancora quella "dolce visione" in cui si struggevano quanti erano stati costretti dalle vicissitudini della vita ad andar via. Un posto in cui è bello vivere e ritornare, anche da turisti. Alla scoperta della straordinaria bellezza dell’isola più grande del Golfo di Napoli.

Ischia. Molto più che un "semplice" posto di mare
.

 

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