Ischia è la prima colonia della Magna Grecia. Certo Calcidesi ed Eretriesi non scelsero di colonizzare un’isola dalla morfologia difficile, "faticosa" come l’hanno definita in molti, con lo scopo primario di farne una colonia agricola.
Secondo Giorgio Buchner, l’archeologo che con i suoi scavi nella necropoli di San Montano (Lacco Ameno) ha rivoluzionato gli studi sulla Magna Grecia, Ischia fu scelta come base mercantile per i commerci con la poco distante isola d’Elba, anche se, non appena si accorsero della fertilità del suolo vulcanico, gli euboici non esitarono a trasferirvi le coltivazioni della vite e dell’olivo fino ad allora, parliamo dell’VIII secolo a.C., sconosciute nel Mediterraneo occidentale.
Un secolo dopo la loro venuta i Greci preferirono trasferirsi nel vicino sito di Cuma scoraggiati dall’instabilità sismica e vulcanica della più grande delle isole flegree. Ed eguale sorte toccò trecento anni dopo anche ai Siracusani di Gerone I, cui proprio i Cumani avevano donato l’isola d’Ischia per ringraziarlo dell’aiuto ricevuto nella guerra, vinta, contro i Tirreni.
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In seguito vennero i Romani, anche se non investirono più di tanto su Ischia, diversamente da quanto fecero nella vicina Pozzuoli o anche nell’isola di Capri.
Nel basso Medioevo l’isola fu preda invece di numerosi saccheggi e ruberie perpetrati da Visigoti, Vandali, Arabi, per difendersi dai quali fu necessario, a partire dall’anno mille, edificare una serie di osservazioni fortificate che avessero la triplice funzione di avvistamento, rifugio e difesa.
Angoini prima ed Aragonesi poi si dedicarono, ciascuno con il suo stile architettonico, all’edificazione di questo complesso sistema difensivo, le cui tracce più importanti restano, nell’ordine, il Castello Aragonese e le Torri Saracene di Forio.
Dal XV secolo in poi la storia dell’isola d’ischia coincide con quella del Regno di Napoli e delle diverse dinastie che si sono succedute al trono fino all’unità d’Italia, di cui Ischia, sia pure marginalmente, fu in qualche modo protagonista. Nel 1864 sbarcò infatti sull’isola verde l’eroe dei due mondi Giuseppe Garibaldi, persuaso dal medico personale a curare con le terme di Ischia la ferita al piede rimediata tre anni prima nella battaglia dell’Aspromonte contro i bersaglieri.
Per il resto, ad eccezione della sola Casamicciola, l’economia prevalente dell’isola fu per secoli l’agricoltura e, in minor parte la pesca, passando per due terribili ondate migratorie, la prima a cavallo tra XIX e XX secolo, la seconda, immediatamente dopo la II guera mondiale.
Il riscatto turistico di Ischia cominciò infatti negli anni ‘50 del ‘900 grazie soprattutto al mecenatismo interessato del cavaliere Angelo Rizzoli che fu tra i primi, se non il primo, a intuire le enormi potenzialità di un’isola che, dopo secoli di economia stagnante registrava, grazie alla nascente economia del turismo, miglioramenti delle condizioni di vita dei suoi abitanti addirittura superiori a quelli medi degli anni del boom.
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