Ricoveri scavati nei blocchi di tufo verde; cellai per la conservazione del vino; fosse per la raccolta della neve; muri di confine realizzati completamente a secco. Ancora: torri di avvistamento e difesa; palazzi signorili; ampi cortili e case coloniche con pareti alte e ambienti spaziosi. E poi un intricato sistema di vicoli che si dipana per le vie del centro storico, ciascuno in collegamento con l’altro e ciascuno con una o più uscite in punti diversi del paese.
L’architettura del comune di Forio presenta una grande mescolanza di stili, in cui ricorrono temi colti e popolari, anche se l’edilizia - pubblica e privata -, nella stragrande maggioranza dei casi è il risultato dell’ingegno di maestranze e artigiani locali. Idem per le strade, le piazze, i vicoli, il cui assetto è figlio di modifiche successive, senza un disegno preordinato come, del resto, nella migliore tradizione dell’architettura mediterranea dell’isola d’Ischia.
Eppure il risultato è sorprendentemente armonico, forse anche per la presenza, assai numerosa, di chiese in lungo e il largo per il territorio. In particolare, per la presenza della più grande di tutte, quella Basilica di Santa Maria di Loreto, che così descriveva lo storico locale Giuseppe D’Ascia:
"La principale chiesa del Comune di Forio, per ornati, e per grandezza, è la Chiesa di S. Maria di Loreto, posta nel centro delle piazza. La facciata è barocca; per sei scalini di pietra travertina; si sale, per l’ingresso principale, alla chiesa". [...] Oltrepassata la soglia della principal porta, si trova il più gran tempio dell’Isola, di forma barocca a croce latina divisa in tre navi da archi semicircolari, poggiati su’ pilastri". [...] Da una iscrizione lapidaria situata sulla porticina che mena al campanile, si rileva che questa Chiesa fu fondata verso il XIV secolo.
Alcuni pescatori Anconetani furono gl’iniziatori della Cappella che dedicarono a S. Nicola Tolentino, perché santo loro conterraneo, essendo la città di Tolentino nelle Marche di Ancona. E siccome nelle dette Marche di Ancona di venera la Madonna della S. Casa di Loreto, così con special culto innalzarono un altare alla S. Vergine di Loreto ed a S. Nicola Tolentino; istituendo un Oratorio in detta cappella". [...] Gli abitanti di questa terra, incitati al culto della Beata Vergine di Loreto dai racconti e dal fervore di devozione degli Anconetani, concorsero tosto all’opera della devozione e del culto; si associarono ai fondatori, e in processo di tempo risolvettero ampliare il piccolo oratorio, e ridurlo a chiesa, ponendola sotto il titolo di S. Maria di Loreto.
Indi con oblazioni ed elemosine l’abbellirono, e con legati pii e donazioni la dotarono di più che discreta rendita".
(Giuseppe D’Ascia, Storia dell’isola d’Ischia, Napoli Stabilimento Tipografico di Gabriele Argenio, 1864).
Non solo. In corrispondenza della navata sinistra della Basilica i fedeli realizzarono una serie di camere comunicanti cui si accedeva da una ripida scala in pietra. Questi locali costituivano un ospedale già operante nel 1596 e che, fino al 1962, anno di costruzione del nosocomio pubblico di Lacco Ameno, ha funzionato come importante presidio medico-chirurgico. Dal 2012 questi ambienti ospitano il museo di Santa Maria di Loreto, un importante sito di arte sacra realizzato con le stuole, i manipoli, gli arredi e le suppellittili nella disponibilità dell’omonima Arciconfraternita.
A questo punto è chiaro perché l’importanza della Basilica di Santa Maria di Loreto trascende i soli aspetti architettonici, artistici e religiosi. Conta piuttosto l’ubicazione della chiesa, posta - riprendendo D’Ascia -, "nel centro della piazza", sicchè l’edificio divenne un punto di aggregazione fondamentale per i foriani, che ancora oggi sono soliti riunirsi sulle scale, ancor più sotto l’orologio della torre campanaria sinistra.
Chi viene in vacanza a Forio non può perciò esimersi dal visitare la Chiesa di Santa Maria di Loreto, perché testimonianza preziosa (insieme al museo annesso) della storia e dei costumi del comune e dell’isola d’Ischia. All’interno ci sono alcune delle tele di Cesare Calise e Alfonso Di Spigna (1697 - 1785), i due pennelli "sacri" ischitani, cui si devono gli affreschi di molte delle chiese in giro per l'isola.
Assolutamente da vedere anche il mosaico raffigurante il patrono di Forio, San Vito Martire, che campeggia sulla facciata di Santa Maria di Loreto. L’opera fu realizzata dal pittore tedesco Eduard Bargheer che visse per molti anni a Forio, e che nel 1972, volle omaggiare della sua imperitura devozione il paese che lo aveva ospitato per tanto tempo.
Forio, c.a.p. 80075
Via Cso. Umberto I
Orario Ss. Messe:
- invernale fer 18.30 fest 9.30 – 12.00 – 18.30
- estivo dom. 9.30-12.00-20.00 (19.00 prefestivo)
Parroco: Don Pasquale Mattera
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