In principio è sempre Ischia e Capri, o meglio Capri contro Ischia. Siamo negli anni ‘30 del secolo scorso e Geoffrey e Kit Breth Harte, giovane coppia inglese fresca di matrimonio è in vacanza sull’"isola azzurra". Ma con un pallino nella testa: proseguire il viaggio di nozze a Ischia.
A quel tempo una vera e propria sfida alle convenzioni, almeno a giudicare dallo sconcerto con cui il portiere dell’albergo accoglie la richiesta di informazioni su Ischia da parte dei due:
«Non vorrete mica andare là! Nessuno va a Ischia. Niente alberghi, niente stranieri, niente divertimenti. Invece, qui a Capri, per esempio».
Così i coniugi Harte descrivono l’atteggiamento troppo zelante del lavoratore caprese, quando invece la motivazione che li spingeva verso l’"isola verde" era proprio la stessa che muoveva invece l’altro a dissuaderli. E cioè:
«Come sia potuto accadere che una delle più belle e meno conosciute isole del Mediterraneo sia riuscita per così tanto tempo a sfuggire il contatto con la devastante civiltà moderna».
Effettivamente Ischia conobbe le "sorti magnifiche e progressive" del turismo solo dopo la fine della II guerra mondiale, con tutte le implicazioni storiche di una tale circostanza. Tra i vantaggi, appunto, quello di avere conservato più a lungo le sue bellezze naturali. Particolare vero anche oggi, nonostante gli alberghi, i parchi termali e tutto quanto ha portato con sè lo sviluppo turistico del territorio. Tra gli inconvenienti, invece, non riuscire sempre a valorizzare le proprie eccellenze, come evidenziato puntualmente dai coniugi inglesi a proposito del vino:
«Nonostante il vino fosse il prodotto principale dell’isola e Napoli il principale mercato, Ischia non era molto conosciuta, per cui quando il vino arrivava a Napoli veniva imbottigliato ed etichettato come Capri o Vesuvio».
Forse questa "presunta" incapacità per altri versi è una risorsa, perchè vuol dire che anche oggi, come 80 anni fa, venire in vacanza sulla più grande delle isole del Golfo di Napoli può significare scoprirne i lati nascosti, meno commerciali. Vale per le escursioni a Ischia, come per i tanti monumenti e luoghi di interesse.
In fondo, per chi vive e lavora a Ischia conta la stessa motivazione che spinse, nel 1937, i coniugi Harte a raccontare il loro primo anno di matrimonio sull’isola d’Ischia:
«se, dopo averlo letto, scoprite che siete tentati di seguire le nostre orme, soprattutto se andate a Ischia e trovate lì parte della felicità che è stata la nostra, noi saremo ripagati per averlo scritto e voi per averlo letto».
(Geoffrey & Kit Bret Harte, L’isola nel sole, Imagaenaria Edizioni Ischia, 2013. Traduzione Gina Menegazzi).
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