L'appuntamento è alle 5.00 del mattino al vecchio molo borbonico. È ancora buio ma non fa per niente freddo. La cupola illuminata della chiesa di San Gaetano domina lo sky line. Forio è bellissima. Gennaro Conte arriva di buona lena e subito sale sull'Orca II, il suo peschereccio. Alla spicciolata arrivano gli altri membri dell'equipaggio. L'odore di salsedine è intenso e in un attimo si attacca sulle mani e sui vestiti.
Pochi minuti - il tempo di controllare che sia tutto a posto - e si va a tirare le nasse per la pesca a gamberi. Una vecchia tradizione dei pescatori di Testaccio e Sant'Angelo che Gennaro, baranese di padre, ma foriano doc, ha deciso di riprendere. Costa fatica ma è una pesca bellissima e colorata.
Mentre arriviamo sul posto, Gennaro e gli altri preparano già la pastura di sarde da mettere nelle nasse per la prossima pesca. Sulla barca c'è una precisa divisione del lavoro: ognuno sa cosa deve fare e, soprattutto, quando bisogna farlo. Un ingranaggio perfetto che è bello osservare dal vivo. Ci si rende conto della fatica, ma anche del fascino senza tempo della pesca.
Un mestiere antico, dove è fondamentale il rispetto delle stagioni: fino a febbraio gamberi e merluzzi; poi, in primavera, palamiti e sgombri. D'estate la pesca più impegnativa di tutte: il pescespada. Mentre Gennaro ci parla del suo lavoro - senza mai perdere d'occhio tutto quello che nel frattempo succede a bordo - il verricello inizia a tirare su le nasse con i gamberi.
Per un'ora l'equipaggio diventa una vera e propria catena di montaggio: mentre P. tira su il pescato, L. è a un passo che sta svuotando le nasse. F. si occupa di mettere l'esca per la prossima "gettata" e Gennaro comincia a sciacquare le cassette di gamberi.
Poco dopo le 9.00 è già tutto finito. I gamberi sono stati raccolti, le nasse gettate di nuovo in mare e non tocca far altro che tornare a Forio. Durante il tragitto i gamberi vengono ripetutamente lavati. È importante pulirli del fango della pastura. Il loro colore si fa sempre più acceso e vivifica una piovosa giornata autunnale.
La pesca è andata bene. Gennaro se ne rallegra ma non più di tanto. Conosce le difficoltà del suo mestiere: quelle legate all'inquinamento, ma soprattutto quelle burocratiche. L'Europa - afferma deciso - sta distruggendo la pesca nel Mediterraneo.
Però lui e gli altri son lì che continuano. Non si arrendono. Sono giovani e hanno scelto di fare un mestiere difficile e pieno di insidie. A spingerli, la passione per il mare e per Ischia, la loro isola. La nostra isola.
Alle 10.15 l'Orca II è di nuovo attraccata in porto. I gamberi sono pronti per essere venduti. Neanche il tempo di scendere dalla barca che già arrivano i primi acquirenti. Una scena che sull'isola si ripete uguale dappertutto: da Forio fino a Ischia Ponte, nella magica cornice del Piazzale delle Alghe.
Il molo borbonico però non è da meno. Chi vuole catturare il "genius loci" dell'isola d'Ischia farà bene a passeggiare tra le reti e i gozzi del porto di Forio. L'aveva capito il pittore tedesco Eduard Bargheer che ai pescatori e agli ambienti della marina di Forio dedicò un lungo ciclo pittorico.
Gennaro ha i permessi per il pescaturismo. Se volete vivere un'esperienza unica, come l'abbiamo vissuta noi, basta chiamare (tel. 3338458044). Meglio d'estate però. Dopo il Ferragosto e la stagione del pescespada, Gennaro e gli altri hanno più tempo da dedicare agli ospiti e ai turisti che vorranno vivere una giornata memorabile a bordo dell'Orca II.
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